Quando ti innamori, scrivi

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Una persona saggia anni fa mi disse:
Quando ti innamori di una persona, nel giro di poco tempo devi prendere carta e penna e scrivere le tre cose che più ti piacciano di quella persona.

Fallo, perché nel giro di un anno, quelle stesse cose saranno esattamente ciò che più ti farà imbestialire di quella persona”.

Quando la persona saggia mi disse queste cose la guardai come se fosse pazza.

Avevo la stessa espressione stupita che in questo momento probabilmente hai anche tu dopo aver letto l’incipit di questo articolo.

Scrivere le tre cose che mi piacciono di più di una persona?
E perché mai dovrei farlo? Lo so perché mi piace…e poi se sono cose che mi attirano di questa persona, ne sono consapevole perché è una mia scelta, quindi non ne vedo la necessità.

Ho capito poi tempo dopo che aveva ragione. Oh sì, aveva ragione da vendere.

Nel tempo, ho poi fatto tesoro di quel consiglio.
Perché era tutto meno che una cosa detta a sproposito.

Vi faccio qualche esempio, mostrando la trasformazione che può avvenire nel giro di poco tempo.
“Mi piace perché è una persona libera e indipendente” può diventare, nel giro di qualche settimana o mese, “non ha mai tempo per me!”.
“E’ una persona con mille interessi” si potrebbe trasformare in un “ha sempre da fare e mi sento l’ultima ruota del carro”.
“Mi piace il suo essere solare e amico di  tutti” lo vedrai, dopo un po’, come una mancanza di attenzione nei tuoi confronti.
“E’ una persona molto sportiva” alla lunga ti farà pensare “mette i suoi allenamenti prima dei momenti con me”.
“ Mi affascina il suo essere impegnato/a nel sociale” potrebbe portarti, dopo qualche
mese, a pensare che non ti dispiacerebbe una sera andare semplicemente al cinema solo voi due e non stare a casa perché è impegnato/a con il suo gruppo associativo… 

E mi fermo qui anche se il campionario delle frasi potrebbe includerne altre centinaia.

Ti ci ritrovi?

La verità è che, verosimilmente, non sarà quella persona a essere cambiata.

Sarai tu ad aver immaginato, nella tua testa, un film che, probabilmente, non è veritiero al 100% e che, comunque, rappresenta solo un punto di vista, il tuo.
Sei tu che hai cambiato la visione della scena, passando da spettatore ad attore che vuole intervenire in scena e modificare la storia.

Ripenso spesso alla frase di quella persona saggia: mi fa riflettere in tante situazioni, oltre all’ambito delle relazioni e degli affetti.
È valida analizzando un posto di lavoro, un rapporto con un amico, valutando professionalmente una persona con la quale vi trovate a lavorare. Soprattutto, è valida nel mondo del volontariato.

Entriamo come volontari in un’associazione e, subito, ci buttiamo a capofitto nelle attività, convinti di trovarci in un contesto ideale. La nostra attenzione coglie solo gli aspetti positivi e le peculiarità che ci emozionano di più.
Dopo poco tempo inizia a far capolino un po’ di stanchezza, una sorta di ripetitività nella routine del volontariato, e la situazione che prima ci sembrava come una radiosa e calda giornata di sole ora ci appare come una grigia giornata nebbiosa, nella quale fatichiamo a ritrovare l’entusiasmo che avevamo fino a poco tempo prima.

E’ un po’ come se fossimo sempre alla ricerca costante dell’emozione del primo bacio (oddio, articolo tremendamente romantico questo…).
Ma non è possibile avere sempre l’emozione del primo bacio!
Dopo quella dovrai trovare l’emozione del secondo bacio, poi del terzo, del quarto e così via…altrimenti rimarresti un adolescente imperterrito!
A qualcuno può anche piacere l’idea…ma alla lunga ti ritrovi con un pugno di mosche in mano perché non ti sei dato la possibilità di crescere e scoprire altro.

E così nel volontariato.
Alla felicità provata nelle prime attività svolte dovrai affiancare, cammin facendo, nuove emozioni e una nuova consapevolezza, inserendole in un processo di evoluzione che ti faccia scoprire nuovi aspetti, del volontariato e di te stesso.

Cosa fare?
Evita di agire con il pilota automatico, per abitudine, e ritrova quotidianamente il piacere in quello che fai come volontario.

Ci saranno alti e bassi? Certamente sì.

Ci saranno giorni in cui non sarà facile ritrovare l’entusiasmo in qualcosa che fai da anni e ti sentirai anche un po’ in colpa perché sai che il fine è lodevole e provi affetto e amicizia per i tuoi compagni in associazione.
Sì, sicuramente ti succederà.

E poi capirai che è normale.

Lo capirai e andrai avanti con nuova forza, se riuscirai a colorare con tonalità differenti il senso del perché lo fai.
Dando nuove sfumature e gradi di comprensione all’attività, scavando più in profondità e allargando il cerchio di azione di quella prima scintilla che ti ha scaldato il cuore.
Ampliando il significato di un’azione divenuta ormai abitudinaria e ripetitiva, guardando oltre, concentrandoti sugli effetti di quello che fai.
Non pensare all’azione che fai per una persona ma al sorriso che ricevi in cambio, e in quel sorriso ritrova la carica.

E trovando così, ritornando all’esempio fatto prima, un senso non nel primo bacio dato mille volte ma nell’intensità del secondo bacio, del terzo, del quarto e così via!

Spicca il volo!
Riccardo

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