Come riparare dopo aver perso la calma: la guida per riconnettersi con se stessi e con gli altri

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Quante volte ci è capitato di perdere la pazienza e di esplodere contro qualcuno, per poi pentircene all’istante? Siamo umani, e anche nelle relazioni più significative, a volte, le emozioni prendono il sopravvento e ci fanno reagire in modo eccessivo. Perdere la calma può succedere a chiunque.

Cosa fare, quando capita? Come riparare i danni causati da una reazione spropositata e tornare a connettersi con l’altra persona? 

La psicologa clinica Becky Kennedy ci offre alcuni consigli preziosi su come gestire questi momenti e suggerisce come trasformare un episodio di frustrazione in un’opportunità di crescita personale e di riconnessione. Ciò che rende i suoi consigli particolarmente utili è che sono applicabili a tutte le relazioni significative, che siano con un collega, un amico, un partner o un figlio.

Quando la pazienza crolla: riconosci il momento di crisi

È domenica sera, sei stressato al pensiero della settimana lavorativa che sta per cominciare e, proprio in quel momento, tuo figlio si lamenta per qualcosa di poco importante. Oppure sei in ufficio, dopo un mese particolarmente difficile, e un tuo dipendente ti informa di aver commesso un grave errore. O, ancora, sei a casa con mille pensieri e il tuo partner annuncia che uscirà a vedere una partita, mentre tu stai cercando di organizzare le faccende domestiche.

In tutte queste situazioni, il comportamento dell’altra persona può essere imperfetto, certo, ma la tua reazione diventa eccessiva perché è alimentata da uno stato emotivo preesistente. Alla fine, esplodi. E il risultato? Entrambe le parti rimangono sconvolte e disconnesse.

Questa dinamica è ben nota a tutti. Ma ciò che importa davvero è come affrontiamo la situazione dopo che la calma è stata persa. Ed è qui che entrano in gioco i consigli di Kennedy.

Passo 1: Ripara con te stesso

Il primo passo per rimediare dopo aver perso la calma è, sorprendentemente, lavorare su te stesso. Quando si reagisce in modo eccessivo, è naturale cadere in una spirale di autocritica. Ci diciamo “Non avrei dovuto farlo”, “Sono un pessimo genitore/partner/capo” o “Perché non riesco a controllarmi?”.

Kennedy ci ricorda che nessuno è perfetto e che rimproverarsi non porta a nulla di costruttivo. Prima di tutto, è fondamentale interrompere questo ciclo di auto-flagellazione e riconnettersi con la parte di noi che vuole davvero migliorare. Non possiamo offrire compassione o comprensione a qualcun altro se non siamo in grado di mostrarla prima a noi stessi.

In questo processo, è utile separare la nostra identità dalle nostre azioni. Puoi essere un buon capo che ha avuto un momento di debolezza, un genitore amorevole che ha agito in modo impulsivo, o un partner attento che ha detto qualcosa di ingiusto. Un errore non definisce chi sei.

Vale anche nel volontariato. Quando lavoriamo per il bene degli altri, siamo portati a credere di dover essere sempre al meglio. Ma anche qui possiamo commettere errori o perdere la pazienza con gli altri volontari. L’importante è ammettere quando abbiamo sbagliato senza giudicarci troppo severamente, usando quei momenti per imparare e migliorare. Nel percorso di crescita personale, accettare i propri limiti è essenziale per sviluppare consapevolezza e fiducia.

Passo 2: Ripara con l’altra persona

Una volta che hai ritrovato un equilibrio interiore, è il momento di riparare il rapporto con l’altra persona. Potresti pensare: “Beh, so già come chiedere scusa”. Ma, come spiega Kennedy, c’è una grande differenza tra un’effettiva riparazione e una semplice scusa. Spesso le nostre scuse includono una difesa, come: “Non avrei urlato se non fossi stato così stressato”, come se la nostra rabbia fosse giustificata.

La riparazione, invece, richiede di riconoscere apertamente l’errore, assumersi la responsabilità delle proprie azioni e dichiarare come ci comporteremo diversamente in futuro. Un approccio del genere ristabilisce la connessione tra te e l’altra persona e ti aiuta anche a liberare spazio mentale che altrimenti verrebbe occupato dal rimuginare sull’accaduto.

Ad esempio, puoi dire: “Mi dispiace per come ho reagito. Ero sopraffatto dalle mie emozioni, ma ciò non giustifica il mio comportamento. Mi impegnerò a gestire meglio le mie reazioni la prossima volta”. Questo tipo di scusa dimostra una consapevolezza profonda delle proprie responsabilità e aiuta entrambe le parti a ritrovare serenità.

Nella formazione, riconoscere gli errori e impegnarsi a migliorare è fondamentale. Che tu sia il formatore o il discente, chiedere scusa e spiegare come intendi evitare che uno scatto d’ira si ripeta aiuta a creare un ambiente di apprendimento basato sulla fiducia reciproca e sull’accettazione degli errori come parte del processo.

Passo 3: Discutere i modi per fare meglio

Dopo aver riparato la relazione, è il momento di guardare avanti. Ora che entrambe le parti hanno ritrovato un senso di connessione, puoi iniziare a discutere su come evitare che situazioni simili si ripetano in futuro. Questo significa pensare a cosa puoi fare diversamente la prossima volta e anche lavorare con l’altra persona per costruire una comprensione e una capacità comune di gestire meglio i momenti di tensione.

Ad esempio, se sei un capo che ha perso la calma con un dipendente, potresti prendere del tempo per capire come aiutarlo a migliorare le sue prestazioni. Se hai avuto uno scontro con un familiare, potresti parlare con lui/lei per stabilire nuove modalità di comunicazione che permettano a entrambi di gestire meglio i conflitti.

Anche nel volontariato è cruciale discutere su come migliorare dopo un conflitto. Le dinamiche di gruppo possono diventare tese in momenti di stress, soprattutto quando si lavora per una causa importante. Affrontare e risolvere queste situazioni in modo aperto e costruttivo non solo rafforza le relazioni tra i volontari, ma rende l’intero team più efficace e coeso.

Conclusione: trasformare i momenti di crisi in opportunità di crescita

Perdere la calma è parte della natura umana ma non dobbiamo permettere che situazioni del genere ci definiscano. Abbiamo sempre la possibilità di riparare e imparare dai nostri errori. Un processo come quello descritto può trasformare un evento doloroso in un’opportunità di crescita personale, aiutandoci a costruire relazioni più forti e a diventare versioni migliori di noi stessi.

In ogni ambito della vita, che si tratti di volontariato, formazione o delle nostre relazioni quotidiane, saper riconoscere i propri errori, riparare il danno e impegnarsi a fare meglio in futuro è un’abilità fondamentale. E tu, la prossima volta che perderai la calma, ricorderai questi passaggi per riconnetterti con te stesso e con chi ti circonda?

Spicca il volo!
Riccardo


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