Non ti svelerò trucchi magici per rendere vero il titolo di questo articolo. Quando scrivo, cerco sempre di offrire degli spunti per trovare un proprio metodo, una sorta di mappa da utilizzare per rendere le cose più semplici, smontandole un pezzetto alla volta e affrontandole con più serenità.
Intendo farlo anche questa volta, con la massima cautela e rispetto. Le emozioni sono difficili da gestire, al tempo stesso rendono la vita affascinante e sempre intensa, colorandola con sfumature sempre diverse.
Magari ritieni che le tue emozioni siano controllabili oppure che siano qualcosa di esterno a te, qualcosa che sfugge alla tua volontà. O forse sei incline a pensare che alcune emozioni siano utili e altre dannose. Forse le dividi in due grandi gruppi e le distingui in emozioni positive o negative.
Quale che sia il tuo punto di vista, le convinzioni personali sulle emozioni hanno un effetto significativo sulle nostre vite e su ogni suo aspetto, dalle relazioni fino ad influenzare i nostri successi in campo lavorativo.
In che modo?
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Psychology, interpretare in una modalità differente uno stimolo specifico (ad esempio non farsi bloccare da una sensazione di paura ma percepirla come un segnale che dobbiamo attrezzarci per affrontare una particolare situazione) può diminuire considerevolmente il livello di ansia. La stessa riduzione dell’ansia si può ottenere anche rivedendo la situazione o il problema che ci affligge e considerandolo da una prospettiva differente.
Ricerche collegate a questo studio hanno anche dimostrato che le convinzioni personali sulle emozioni possono cambiare il livello del dolore percepito, sia fisico che psicologico: quando le persone assumono una prospettiva diversa per fronteggiare il problema, si possono registrare delle riduzioni del dolore e anche una maggiore sopportazione.
Ovviamente cambiare prospettiva non è sempre facile né immediato. Quando proviamo un forte sentimento di rabbia non è semplice osservare quanto ci è capitato in modo positivo.
Così come quando siamo tristi, difficilmente riusciamo a cambiare in pochi secondi, tornando allegri e spensierati.
Quando affrontiamo situazioni complicate e proviamo emozioni negative la soluzione migliore è, come suggeriscono questi studi, accettare tutte queste emozioni negative piuttosto che cercare di cambiarle oppure, ancora peggio, giudicarle e colpevolizzarsi. Questo passaggio, che gli psicologi chiamano “accettazione abituale”, porta complessivamente un migliore stato di salute mentale. L’accettazione delle emozioni negative porta chi le prova a sentirne meno il peso e, in un circolo positivo, ad averne progressivamente anche di meno.
In sostanza, eliminare i fattori di stress è impossibile. Le cose succedono a prescindere dalla nostra volontà e, in molte occasioni, non abbiamo il benché minimo controllo su quello che ci circonda. Quindi, non possiamo schiacciare un interruttore per eliminare le emozioni negative, così come non potremo sempre controllare il nostro umore o come ci sentiamo in un determinato momento. Però, possiamo controllare le nostre reazioni a questi avvenimenti che ci capitano. Possiamo decidere, almeno in parte, come reagire.
La prima cosa da fare è, quindi, smetterla di giudicarci, interrompendo il meccanismo che ci porta a essere i nostri giudici più severi nel caso siamo arrabbiati, delusi, preoccupati o feriti emotivamente per qualcosa che ci è capitato. Cominciamo a comprendere che questi sentimenti sono del tutto naturali e anche razionali. Sono la reazione normale a quella situazione, e sarebbe strano se non reagissimo proprio in quel modo. Un amico è in ritardo di un’ora? Un cliente non ci ha pagato per un lavoro? Mi sono regolarmente prenotato per un esame clinico e non risulta? È normale arrabbiarsi e, come detto, sarebbe incomprensibile provare sentimenti diversi dalla rabbia per la scocciatura ricevuta.
Non rimproveriamoci e, anzi, lasciamo sfogare questo sentimento. Ora, dobbiamo – e possiamo – decidere come reagire.
Magari potremo guardare il tutto da un punto di vista generale e più distaccato, riprogrammando le nostre agende e capendo che il mondo non ce l’ha con noi, che è inutile partire con la solita lamentela su come, nel nostro Paese, le cose non funzionino, ecc. Soprattutto, cerchiamo di ristrutturare la situazione per avere una visione generale non tanto del motivo per cui ci siamo sentiti in un determinato modo ma delle circostanze che hanno fatto sì che ci sentissimo proprio così. L’obiettivo è quindi trasformare quell’emozione negativa in una molla per innescare un cambiamento in una situazione o una relazione. Questo è il meccanismo per trasformare un’emozione negativa in una positiva nel lungo termine.
Più consolidato e allenato sarà il nostro grado di accettazione e più riusciremo a percepire le emozioni negative come meno intense.
Allenarsi a questa accettazione (che è ben diversa dalla rassegnazione) significa capire che arrabbiarsi con noi stessi perché in una determinata situazione ci siamo arrabbiati non ci aiuta per niente e, anzi, è il classico gatto che si morde la coda.
Giudicarsi negativamente per aver reagito a una situazione provando un’emozione che in realtà è totalmente normale, ci farà sentire ancora peggio.
Accettare quello che ci capita non è solo un buon modo per renderci più felici di fronte agli imprevisti della vita ma sarà anche uno stimolo per concentrarsi su come migliorare quello che ci è capitato.
Accettare le tue emozioni non solo ti renderà più felice, ma ti aiuterà anche a concentrarti sul miglioramento di una brutta situazione.