
Ci sono quelli che hanno letto il titolo dell’articoloe poi hanno canticchiato “così mi distraggo un po’ ” e poi ci sono tutti gli altri che mentono, dicendo di non averlo fatto.
A prescindere dal gruppo nel quale vi collocherete con una sincera autovalutazione e senza scomodare Lucio Dalla, in questo articolo voglio riprendere alcune situazioni nelle quali finiscono per ritrovarsi molte persone iscritte a un’associazione, creando non pochi problemi a chi deve gestirla.
In particolar modo, la loro…sparizione.
Vediamo prima alcune prerogative della figura del socio di un’associazione di volontariato.
Come socio maggiorenne godi dell’elettorato attivo e passivo (vale a dire che puoi votare in ogni assemblea associativa e puoi anche essere eletto come membro del consiglio direttivo), senza alcuna limitazione.
Tutti i soci hanno uguali diritti e doveri, senza distinzione alcuna.
Come impegno verso l’associazione, hai il dovere di pagare una quota associativa annuale e, a riprova dell’impegno preso, la quota non è trasmissibile a terzi.
Diventando socio, ti riconosci nella mission dell’associazione e accetti di svolgere alcune attività previste.
Sei entrato in un’associazione al culmine dell’entusiasmo e tutto andava a gonfie vele ma poi, col passare dei mesi, ti ha preso un po’ di stanchezza e hai cominciato a essere meno presente, a delegare le decisioni agli altri, ad aspettare di essere contattato anziché farti vivo tu.
Insomma, ti sei dato alla macchia e nessuno ti ha più visto!
Se ti trovi in questa situazione o se ci riconosci qualcuno iscritto nella tua associazione (in questo caso, giragli il link di questo articolo e invitalo a iscriversi alla newsletter!), ricordati che come socio hai il dovere di partecipare alle attività associative, sempre, e non solo quando ti va.
Soprattutto perché quello che non fai tu ricade su qualcun altro.
“Eh ma…”: Di solito comincia così la scusa di un socio che da tempo è sparito.
Seguita con una serie di eventi più o meno apocalittici che lo hanno allontanato e che, a volte, sono plausibili, altre volte suonano come le scuse del bambino che non ha fatto i compiti e cerca di prendere tempo davanti alla maestra.
Mettiamo subito in chiaro una cosa: non ti devi giustificare.
Avevi pensato di dedicare parte del tuo tempo all’associazione e per qualsivoglia motivo ora non lo puoi più fare.
Benissimo, allora dillo a chi gestisce l’associazione, spiegando che la tua situazione è cambiata e che non puoi più garantire l’impegno promesso. Magari un domani potrai gestire nuovamente il tuo tempo in modo da rientrare in associazione ma ora non ti è proprio possibile.
Questo semplice passaggio evita problemi a te e anche a chi organizza le attività associative.
Invece, molto spesso capita che qualche socio sparisca e non dia più nessun segnale, non risponde né a mail né alle telefonate, rendendo complicato capire cosa fare e se considerarlo parte attiva o meno.
Può anche capitare che tu abbia capito che quel tipo di volontariato non fa per te, solo che ti dispiace e non sai come dirlo.
Ecco, non dirlo è l’unica cosa da non fare.
Dillo come vuoi ma dillo a chi di dovere.
Altrimenti le associazioni si ritrovano con una lista di soci fantasma che legalmente hanno il diritto di votare, perché la loro quota associativa è ancora valida, ma da mesi non fanno parte attivamente
dell’associazione, con il paradosso di potersi esprimere su impegni che non rispettano da tempo.
Far parte di un’associazione non è come far parte di un gruppo su un social network, da consultare quando ne abbiamo voglia, e richiede un impegno da confermare col passare degli anni.
Come ho scritto all’inizio, legalmente tutti i soci sono uguali.
Mi piace aggiungere anche un’altra affermazione: tutti i soci sono importanti.
A prescindere dal tempo che possono dedicare, hanno manifestato un interesse per la tua associazione e quindi vi accomuna un senso di appartenenza sui valori su cui è fondata.
Non lasciamo che complicazioni logistiche o di tempo allontanino le persone dal gruppo.
Compiti a casa per chi è sparito e legge questo articolo:
contatta l’associazione per spiegare i motivi della tua assenza e per trovare insieme la soluzione migliore per tutti. Se sarà un arrivederci, beh, ditevelo con tranquillità anziché lasciare spazio a mille supposizioni sul comportamento dell’altro.
Compiti per chi è in associazione e ha visto “sparire” un socio:fai ancora un tentativo per contattarlo, non si sa mai.
E fagli sentire che, al di là delle decisioni che prenderete, era – è – e sarà importante per l’associazione.
Spicca il volo!
Riccardo