Un mattoncino alla volta

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Vi racconto una storia che ha dell’incredibile, per la forza del protagonista nel non arrendersi mai di fronte alle difficoltà, e di ispirazione per inseguire con determinazione i propri obiettivi anche quando le cose sembrano non andare per il verso giusto.

È la storia di un bambino di nome Ole, tredicesimo figlio nato in una famiglia molto povera in Danimarca e costretto dalla situazione familiare a lavorare come pastore per un compaesano, già all’età di sette anni.
Nelle lunghe giornate al pascolo, per ingannare il tempo, intaglia il legno. Si appassiona tanto che, dopo poche stagioni, entra come apprendista nella bottega di falegnameria di uno dei suoi fratelli più grandi.
Purtroppo gli introiti della piccola attività non sono sufficienti per entrambi e così Ole va a lavorare all’estero. Dopo qualche anno, messo da parte quanto basta, ritorna in patria e apre la sua falegnameria.
Le cose cominciano a girare per il verso giusto e, in una decina d’anni di attività, Ole riesce a ingrandire la sua falegnameria fino ad avere ben dieci dipendenti fissi.

Il sogno di riuscire, finalmente, a godere del frutto dei sacrifici fatti, però, dura poco: i suoi figli, giocando, appiccano per sbaglio il fuoco nella falegnameria, che ne esce completamente distrutta insieme alla casa dove Ole viveva con la sua famiglia.

Tutto è perduto e bisogna ricominciare nuovamente da zero: in breve tempo, Ole rimette in piedi la falegnameria e riapre  l’attività. Purtroppo, a solo un anno dal primo incendio, un fulmine colpisce la struttura e manda di nuovo in fumo tutto il materiale.

Questo secondo incendio, unitamente alla Grande Depressione del 1929, costringe Ole a licenziare tutti i suoi dipendenti, non potendo garantire loro uno stipendio. A questo si aggiunge la perdita prematura della giovane moglie per mettere il protagonista di questa storia con le spalle al muro.

Aiutato dai familiari per ricominciare a lavorare, Ole converte la falegnameria: abbandona la costruzione di porte e finestre e si specializza in oggetti di piccole dimensioni, tra i quali anche i giocattoli in legno.
Decide di chiamare la sua azienda Lego, abbreviazione dell’espressione danese “leg godt”, gioca bene.
Proprio quando gli affari cominciano ad andare bene, un ennesimo incendio colpisce la fabbrica di Ole. Anche questa volta, nonostante la perdita del materiale e l’inizio della seconda guerra mondiale, si rifiuta di abbandonare la Danimarca.
Con l’aiuto dei dipendenti e dei familiari riesce nuovamente a riprendere la produzione.
Finita la guerra, il legno viene progressivamente sostituito dalla plastica: Ole intravede un’ottima opportunità e brevetta i mattoncini che ancora oggi divertono bambini e non solo (anche se c’è chi sostiene che siano stati inventati da un altro).

La storia dei mattoncini Lego è un esempio di perseveranza e determinazione.
Quando mi capita di leggere storie simili, rimango affascinato e cerco di trarne ispirazione.
Col tempo ho imparato concentrandomi sullo svolgimento degli eventi più che sul finale.

Quando racconto storie come questa in corsi di formazione che tengo oppure agli amici, c’è sempre qualcuno che ha qualcosa da obiettare.
Nella storia dell’inventore dei mattoncini Lego, potrebbe essere il fatto che il protagonista non ha fatto tutto da solo ma è stato aiutato.
Oppure che la fortuna nel trovarsi al posto giusto e al momento giusto lo abbia avvantaggiato rispetto a chi si è trovato ad affrontare le stesse difficoltà e non ce l’ha fatta.
Può essere vero.

Proprio per questo non sono affascinato dal successo finale.
Quello che mi colpisce, in questa storia, è la perseveranza e la voglia di andare avanti ogni volta che si sono presentati degli ostacoli sul cammino.

Non voglio sognare a occhi aperti sperando di diventare miliardario.
Voglio trarre fiducia nel confrontarmi con persone che, come Ole, hanno saputo insistere nonostante tutto.
Non posso fare a meno di pensare a figure più vicine, come ai nostri nonni che hanno ricostruito una vita e un Paese dopo una guerra, a tutte le persone che abbiamo incontrato e che incontriamo ogni giorno e che si impegnano per andare avanti affrontando un destino avverso e situazioni quotidiane complicate.
Difficilmente sono miliardari o lo diventeranno.
Sono però, per me, persone di grande ricchezza.

Le persone più forti non sono
quelle che vincono sempre
ma quelle che non mollano
quando perdono.

Compiti a casa:
Se la storia di Ole ti è piaciuta così come è stato per me sono contento.
Ci sono però tante altre storie che ci camminano a fianco e che sono patrimonio della nostra famiglia o della nostra comunità o del gruppo a cui apparteniamo.
Dedica qualche minuto per ricordarle o per fartele raccontare meglio da chi le ha vissute in prima persona e sii anche tu divulgatore di questi meravigliosi racconti con chi ti circonda. 

Spicca il volo!
Riccardo

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