Magari l’avete vista volteggiare in acrobazie incredibili o vincere numerose medaglie nel suo sport, la ginnastica artistica, ma se non siete appassionati di sport magari non avete idea di chi sia Simone Biles (per ragioni di copyright, non è la persona raffigurata nella foto). Negli Stati Uniti, è così famosa da essere diventata un personaggio pubblico e testimonial di molti prodotti.
Per darvi un’idea della sua grandezza, vi cito alcuni dei suoi successi degli ultimi 10 anni. È la prima e unica ginnasta nella storia ad aver vinto più di tre titoli mondiali nel concorso individuale. È la ginnasta che ha conquistato più medaglie ai Campionati del Mondo in assoluto, avendone vinte 30, di cui 23 d’oro e la più medagliata di sempre fra Mondiali e Olimpiadi, con un totale di 37 medaglie, più di qualsiasi uomo o donna prima di lei. Fra il 2013 e il 2023 ha vinto tutte le gare all-around a cui ha preso parte (svolgendo cioè le prove in ogni disciplina singola che comprende il volteggio, la trave, il corpo libero e le parallele), tranne in tre occasioni.
È considerata da molti come la migliore ginnasta nella storia.
Nel 2017 e nel 2021 la rivista Time l’ha inserita fra le 100 persone più influenti al mondo. Nel 2022 il presidente statunitense Joe Biden le ha conferito la medaglia presidenziale della liberta, la più alta onorificenza civile statunitense, facendo di lei la più giovane persona a riceverla.
La grandezza di Simone Biles come persona, ancora più che come atleta, si vede anche in altri episodi, come quando ha denunciato pubblicamente un ex medico della nazionale di ginnastica statunitense per aver abusato di lei e ha accusato la federazione di aver permesso che tutto ciò accadesse.
Regina incontrastata dei giochi olimpici si Rio de Janeiro nel 2016, dove ha conquistato ben 4 medaglie d’oro e una di bronzo, a Tokyo, nel 2021, Simone Biles si deve accontentare di un argento e un bronzo. Schiacciata da una pressione crescente sulle sue performance e a causa di un blocco mentale, in quell’edizione olimpica si ritira da molte gare. Soffre, infatti, di un disturbo che le impedisce di eseguire gli avvitamenti: non riuscendo a rendersi conto di dove si trovi mentre volteggia in aria, rischia di procurarsi lesioni permanenti nell’atterraggio. È un malessere diffuso fra i ginnasti, noto come twisties, che provoca la perdita della percezione dello spazio circostante mentre eseguono rotazioni e capriole, anche se le hanno fatto molte volte in passato senza problemi.
Nel 2021 Simone Biles, quindi, si ritira per un paio d’anni dall’attività agonistica perché vuole riprendere in mano la sua vita dal punto di vista psicologico.
Rientrata alle competizioni nel 2023, vince quattro medaglie d’oro ai Campionati mondiali. A fine giugno 2024, domina le prove statunitensi valide per la qualificazione olimpica, terminando con un punteggio totale che la proclama (ancora) la leader del Team USA nella ginnastica femminile per le Olimpiadi che si svolgeranno a fine luglio a Parigi.
Al di là dei successi sportivi, che la fanno entrare di diritto tra le eccellenze a livello mondiale, mi ha colpito quello che ha dichiarato subito dopo aver terminato la prova e aver ottenuto la qualificazione.
Un intervistatore le ha chiesto come fosse riuscita a tornare ad avere successo dopo essersi ritirata alle finali delle Olimpiadi di Tokyo tre anni fa.
La risposta di Biles è stata: “Essere in una buona posizione mentale. Vedere il mio terapista ogni giovedì è una cosa importantissima e quasi religiosa per me. Quindi, è per questo che sono qui oggi.”
Questa frase e la forza di rimettersi in gioco senza nascondere i problemi che ha avuto la rendono la campionessa che è, nello sport e nella vita.
Simone Biles è sempre stata molto diretta e aperta nel parlare dei suoi problemi di ansia e degli attacchi di panico che ha avuto durante la sua carriera, e anche del problema mentale collegato alle rotazioni nell’esecuzione degli esercizi. “Dobbiamo proteggere il nostro corpo e la nostra mente”, ha detto Simone Biles dopo le Olimpiadi di Tokyo.
A volte ci troviamo a combattere contro la nostra stessa testa, anche se non siamo dei campioni olimpici. Sul lavoro capitano circostanze stressanti, in famiglia ci possiamo trovare a gestire dinamiche complicate e anche nelle organizzazioni di volontariato ci possono essere situazioni che diventano causa di tensione. Simone Biles sembra aver recuperato completamente la sua salute mentale e si prepara alla prossima sfida olimpica a Parigi dove, all’età di 27 anni, sarà la ginnasta più anziana che rappresenta gli Stati Uniti dagli anni ’50.
In un mondo nel quale vengono sempre esaltate le figure di chi “riesce da solo”, è importante riconoscere il coraggio di chi ha saputo riconoscere un problema e soprattutto ha saputo chiedere aiuto. È proprio questa la prima cosa a cui ha voluto dare credito quando le è stato chiesto come e perché fosse riuscita a tornare alle competizioni: “Vedere il mio terapista ogni giovedì…”
La scelta di questa ginnasta di essere così aperta e schietta normalizza l’idea che chiedere aiuto non solo va bene ma è normale.
Anche se non andremo alle Olimpiadi, come detto ci troviamo anche noi a fronteggiare situazioni potenzialmente stressanti e complicate nella vita di tutti i giorni.
Se ci riconosciamo la possibilità di essere aiutati e di poter aiutare gli altri, ci concediamo in partenza il migliore strumento per poter superare l’ostacolo.