
Annunciata fin dal 2017 con il Decreto Legislativo 3 luglio 2017, n. 117 e poi con tempistiche
slittate e proroghe varie, la riforma del Terzo Settore è giunta finalmente al passaggio decisivo e fondamentale alla fine del 2021, con l’entrata in vigore di un registro unico per gli enti del Terzo Settore.
La riforma ha tolto un po’ il sonno a chi ha dovuto provvedere ai vari passaggi burocratici ma ha sicuramente portato maggiore ordine e ulteriore chiarezza in un settore sempre più grande che necessita di norme e regole precise per tutti.
Una riforma che denota anche l’importanza del Terzo Settore che, in Italia, interessa attivamente circa una persona su dieci e va, quindi, regolamentato in ogni aspetto, sia operativo che con rendicontazioni economiche trasparenti (per capire i numeri del Terzo Settore, vedi anche l’articolo già pubblicato su questo blog https://spiccailvolo.it/volontariato-in-italia-diamo-i-numeri/).
La riforma prevede l’istituzione della qualifica di Ente del Terzo Settore (ETS).
Per ottenere la qualifica di ETS, l’ente deve essere:
– un’associazione, una fondazione o altro ente di carattere privato
– non avere finalità di lucro
– essere iscritto al Runts (Registro Unico del Terzo Settore di cui sotto spiego le caratteristiche)
– perseguire finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale
– svolgere una o più attività di interesse generale (vale a dire un’attività che rientri in una delle seguenti categorie: interventi e servizi sociali, interventi e prestazioni sanitarie, prestazioni sociosanitarie, educazione, istruzione e formazione professionale, attività di salvaguardia e miglioramento delle condizioni dell’ambiente e all’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali, esclusi la raccolta e il riciclaggio di rifiuti urbani, speciali e pericolosi)
IL RUNTS: di cosa parliamo/i vantaggi/cos’è?