Quando i volontari litigano tra loro dietro la tastiera!

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Tutto è bello, tutto è fantastico.
Ogni momento passato in associazione ci sembra la realizzazione dei nostri desideri, tanto ci sentiamo appagati e a nostro agio.
E …lo comunichiamo al mondo intero!
Letteralmente!
I social, infatti, ci permettono di comunicare, potenzialmente, con il mondo intero.
Ed è tutto un fioccare di liste Whatsapp, piattaforme, social network che vengono inondati di foto nelle quali urliamo al mondo la nostra felicità per la nostra attività di volontari.
Se prima, su Facebook, pubblicavamo solo la foto col maglione con la renna regalato dalla zia a Natale e quella della gita fuori porta di Pasquetta, ora il giro di contatti, ampliato dalle nostre nuove conoscenze, ci porta a inondare il web con foto e video in cui mostriamo la nostra gioia contagiosa.

Come ho scritto prima:
Tutto è bello, tutto è fantastico.
Ed è anche tutto molto coinvolgente.
A volte pure troppo.

E quell’entusiasmo perde un po’ la sua forza, col passare del tempo.

Il periodo iniziale è il più energizzante, un po’ come nelle relazioni.
(siccome è un esempio che ho già trattato, leggi anche l’articolo che trovi al seguente link:
https://spiccailvolo.it/quando-ti-innamori-scrivi/ ).
Magari eravamo così alla ricerca di un qualcosa di diverso che abbiamo caricato di aspettative il tempo passato in associazione.
Dopo un po’, si comincia a non provare più l’entusiasmo iniziale e a vedere anche gli aspetti negativi nello scenario che prima ci sembrava perfetto, e magari affrontiamo con sempre maggiore fatica le attività che prima ci davano una gran gioia.
Cominciamo a renderci conto che la situazione non è idilliaca come pensavamo, soprattutto se ci sono incomprensioni con altri soci o difficoltà nella gestione delle attività associative.

Capita che qualche socio esprima il suo malumore  via social, via mail, via Whatsapp, cioè attraverso gli stessi strumenti che servono per far conoscere le attività, per tenersi in contatto e per gestire l’associazione.
Strumenti che, così, diventano il luogo in cui dar sfogo al nostro malcontento.

Nel periodo di pandemia Covid molti gruppi associativi hanno utilizzato le piattaforme di videochat per restare in contatto e hanno continuato a farlo anche dopo la fine del lockdown.

Pensate alle videoconferenze, utilizzate ora anche per incontri formativi e riunioni e per assemblee associative, che facilitano la partecipazione anche di chi è più distante.
Questi strumenti hanno indubbi vantaggi e, in periodi difficili, ci hanno aiutati ad affrontare le difficoltà.
Nello stesso tempo, però, è andata crescendo la tendenza a nascondersi dietro la tastiera di un pc per lanciare critiche in modo poco elegante e, soprattutto, scarsamente utile e produttivo.

A un socio non sta bene come viene gestita l’associazione o vuole dire la sua su un argomento spinoso che sta facendo discutere i soci e decide di esprimere il suo pensiero con una mail oppure con un messaggio sul gruppo di Whatsapp. 

Purtroppo a volte i modi e i toni non sono dei migliori.
Magari è convinto di essere stato chiaro ed esaustivo ma in realtà l’unico risultato che ottiene è aizzare ancora di più gli animi e fomentare delle divisioni interne al gruppo.
La cosa incredibile è che a volte queste discussioni nascono da episodi marginali per poi cristallizzarsi in posizioni sulle quali ogni gruppo si arrocca e rifiuta di cambiare punto di vista.
Ci si trova il martedì oppure il mercoledì?
Facciamo la maglietta associativa rossa oppure azzurra?
Rivediamo e modernizziamo il logo associativo o lo teniamo così come è?

Chiunque stia leggendo questo articolo e faccia parte di un’associazione potrebbe citare il famoso monologo del film di fantascienza Blade Runner, nel quale il replicante dice… “ho visto cose che voi umani…” e aggiungere poi episodi più o meno assurdi vissuti in prima persona.

Purtroppo il mezzo informatico non ha fatto altro che ingigantire il problema, aumentando le possibilità di incomprensione e allontanando la possibilità di risoluzione in tempi rapidi.

Ci siamo cascati tutti, in buona fede.
E tutti abbiamo sbagliato.

Quando scrivete, chi legge non può cogliere qual è la sfumatura di significato che avete voluto dare al vostro messaggio, e la interpreta a modo suo.
Si crea quindi un divario già in partenza tra chi ha scritto e chi legge, il tutto filtrato da un schermo dello smartphone oppure del pc.

Si è convinti di poter scrivere qualsiasi cosa e di stemperare il tono semplicemente mettendo una emoticon con la faccina sorridente alla fine della frase.
Si fanno battute che vengono male interpretate dagli altri e che generano incomprensioni che minano il clima del gruppo, fino ad arrivare a scrivere in risposta anche cose molto pesanti con eccessiva superficialità.

Non esiste un mansionario con tutte le risposte per evitare che accada.
Però si possono fissare dei paletti, i limiti entro i quali stare per creare meno danni.

Se sono più consapevole dei rischi legati a una situazione posso essere più preparato ad affrontarli, riconoscendo gli schemi che si ripetono nella maggioranza dei conflitti.
Ogni corso di primo soccorso sul lavoro non si pone l’obiettivo di formare potenziali medici che, come in una serie tv, sappiano fare una tracheotomia e infilare una biro nella gola di qualcuno per aiutarlo a respirare.
L’obiettivo è evitare gli errori più comuni e gestire al meglio le situazioni di pericolo, fino all’arrivo del personale sanitario addestrato alle emergenze.

Lo stesso vale per le situazioni conflittuali all’interno del gruppo associativo.
Quando i social network e le e-mail diventano lo strumento per litigare, è meglio organizzare un confronto di persona per evitare che la situazione degeneri.

Soprattutto, ricordiamoci di costruire giorno per giorno un clima aperto e disponibile alle sensibilità di tutti affinché non si verifichino episodi sgradevoli
L’esperienza aiuta.
Si dimentica, però, che l’esperienza viene dagli sbagli commessi in passato.
Facciamone tesoro per trovare una soluzione che non sia solo un compromesso, a metà strada tra due idee molto distanti tra loro, ma una terza via soddisfacente per tutti.

Spicca il volo!
Riccardo

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