Ma chi comanda in associazione?

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Siamo finalmente entrati a far parte di un’associazione di volontariato.

Stiamo cercando di capire qual è il nostro compito, come volontari: cosa fare e come farlo al meglio.

Ed ecco che…Veniamo travolti da una serie di informazioni anche burocratiche.

Statuto, regolamento, papiri da firmare per l’ammissione a socio o per la normativa sulla privacy… Rischiamo di perdere qualche pezzo e, a volte, non sappiamo bene neanche a chi rivolgerci per avere le risposte a domande che, magari, ci procurano anche un po’ d’ansia.

Oltre a non sapere bene come soddisfare la nostra (giusta) esigenza di comprensione dei meccanismi che regolano l’associazione, ci sfugge una cosa:
Chi comanda? O meglio: Chi gestisce l’associazione?

I ruoli sono tanti e il rischio di fare confusione è alto.
Presidente, segretario, tesoriere, socio, consiglio direttivo: sono solo alcuni dei termini che definiscono i ruoli associativi e capire “chi fa cosa” ci risulta complicato.

Tra chi legge questo blog ci sono persone che fanno già volontariato e hanno familiarizzato con questo lato più formale dell’associazionismo. E ci sono anche persone che, invece, sono ancora al di fuori da questo mondo e stanno pensando, magari proprio leggendo questi articoli, di fare il primo passo e impegnarsi attivamente.

Questo articolo si rivolge soprattutto a loro, ma sono sicuro che pure chi ha più esperienza troverà degli spunti di suo interesse. 

Iniziamo dal principio.

Partiamo dalla definizione di ASSOCIAZIONE: organizzazione privata senza fini di lucro creata da persone con un intento comune in ambito sociale, culturale, di volontariato oppure sportivo che si strutturano per svolgere un’attività specifica.
L’organo sovrano, in ogni associazione, è l’ASSEMBLEA DEI SOCI, alla quale partecipano, appunto, tutti i soci in regola con il versamento della quota associativa.
L’assemblea dei soci approva i bilanci annuali, vota sulle scelte principali che sanciscono le attività per le quali l’associazione è stata creata, tracciando la rotta da seguire.
Passaggi importanti come la modifica dello Statuto associativo o l’espulsione dei soci devono essere approvati dalla maggioranza dei votanti nell’Assemblea dei soci.

Il
CONSIGLIO DIRETTIVO, invece, eletto dall’assemblea dei soci tra membri dell’associazione stessa, è l’organo esecutivo: si occupa della gestione dell’associazione, a livello operativo e amministrativo.
I membri del direttivo restano in carica per una durata di anni stabilita dallo Statuto, che indica anche per quante volte possono essere rieletti.
Il numero delle persone eleggibili in ogni Consiglio Direttivo va da un minimo di tre a un massimo di undici: i tre ruoli minimi corrispondono alle qualifiche di PRESIDENTE, VICEPRESIDENTE e SEGRETARIO, ai quali si aggiungono il TESORIERE e un numero di CONSIGLIERI indicato nello statuto.

Il PRESIDENTE, eletto a maggioranza dall’assemblea dei soci oppure scelto all’interno del Consiglio Direttivo, a seconda di quanto stabilito nello statuto, ha la rappresentanza legale dell’associazione. Ne controlla l’andamento amministrativo, convoca e presiede gli incontri del Consiglio direttivo e dell’Assemblea dei soci.

Il
VICEPRESIDENTE sostituisce il Presidente qualora questi non possa adempiere alle sue funzioni.

Il
SEGRETARIO redige i verbali associativi mentre il TESORIERE tiene traccia dei registri di cassa e bancari e si occupa delle operazioni di riscossione o pagamento su mandato del Presidente o del Consiglio Direttivo.

I
CONSIGLIERI supportano i precedenti ruoli completando il Consiglio Direttivo.

È SOCIO ogni persona ammessa a far parte dell’Associazione che, se non profit, non può stabilire criteri specifici di ammissione. Sono pochi i casi in cui è possibile rifiutare a qualcuno la possibilità di iscriversi: fra queste, aver commesso reati gravi contro l’associazione stessa o avere riportato condanne penali definitive per reati dolosi che siano incompatibili con lo spirito e le finalità dell’associazione.

I soci hanno tutti pari diritti e pari doveri.

Non sono ammessi differenti prerogative o privilegi e questo significa che non ci possono essere soci di serie A e soci di serie B.

Allo stesso modo, è uguale per tutti la quota associativa, da versare ogni anno. Il rispetto del versamento della quota associativa sancisce la qualifica attiva di socio che quindi potrà votare in Assemblea.

Queste sono le figure chiave e le linee guida che l’ordinamento italiano indica per le associazioni di volontariato.

Il Terzo Settore è stato recentemente oggetto di una grossa riforma e avremo modo di affrontare altri aspetti nei prossimi articoli.

Spicca il volo!
Riccardo

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