Giovani e volontariato: un impegno in calo?

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Negli ultimi anni, si è osservato un calo preoccupante del volontariato tra i giovani.
Un fenomeno complesso, con diverse sfaccettature, che richiede un’analisi
attenta e un impegno collettivo per invertire la rotta.

I dati parlano chiaro: secondo l’Istat, tra il 2015 e il 2021 il numero di volontari in Italia è diminuito di ben 900 mila unità, passando da 5,5 milioni a 4,6 milioni. Un calo che riguarda sia il volontariato all’interno delle associazioni (-3,3%) che quello svolto in maniera autonoma (-43%).

Ma perché soprattutto i giovani si allontanano dal volontariato?
Le ragioni sono molteplici e complesse. Non ve n’è una più determinante di altre ma tutte concorrono a disegnare uno scenario che rende complicato dedicarsi agli altri.

La precarietà lavorativa e le diffuse difficoltà economiche non aiutano certo
le generazioni più giovani, che affrontano un mercato del lavoro incerto e
salari spesso bassi.
Questo rende difficile destinare parte del proprio tempo e delle proprie risorse al volontariato.

La vita frenetica di oggi, con impegni lavorativi, scolastici e familiari, lascia poco spazio per attività extra-curriculari come il volontariato.
Secondo alcuni recenti sondaggi, i giovani di oggi, spesso, si sentono distaccati dalle istituzioni e dalla politica. Questo disimpegno può riverberarsi anche sul volontariato, visto come un’estensione di queste realtà. Gli stessi sondaggi rivelano come i valori di riferimento dei giovani stiano cambiando.
Se, in passato, il volontariato era visto come un dovere civico e un’occasione di crescita personale, oggi è spesso percepito come un’attività poco gratificante e poco utile.


Un altro fattore che contribuisce a questo allontanamento è la comunicazione, che non è sempre fatta nel migliore dei modi e, quindi, non permette a molti giovani di conoscere le realtà associative presenti sul territorio e le opportunità di volontariato disponibili.

Nonostante le sfide, il volontariato resta un’esperienza preziosa per tutti, soprattutto per i più i giovani, che permette di:
– acquisire nuove competenze e abilità
– entrare in contatto con nuove persone e creare relazioni
– sviluppare il proprio senso di responsabilità civica
– mettere in pratica i propri valori
– contribuire a rendere il mondo un posto migliore

Capire come il mondo del Terzo settore possa invertire la rotta diventa difficile, anche perché in parte dipende da scelte più ampie, di carattere politico e sociale.
Nella mia esperienza, sono convinto che ogni associazione possa comunque dare il suo contributo per attirare nuovi volontari e per farsi conoscere nel proprio territorio.


Ecco alcune proposte:
– Rivedere i propri modelli di reclutamento e di coinvolgimento dei giovani: utilizzare canali di comunicazione più vicini al mondo giovanile, come i social media, e proporre attività di volontariato più flessibili e adatte alle loro esigenze.

– Promuovere il volontariato nelle scuole e nelle università per sensibilizzare i giovani sull’importanza del volontariato e sulle opportunità che offre.

– Valorizzare le competenze dei volontari: è fondamentale riconoscere e formalizzare le competenze acquisite dai volontari durante le loro attività, in modo che siano spendibili nel mondo del lavoro.

– Creare reti di collaborazione tra enti del Terzo Settore e aziende: si possono sviluppare progetti di volontariato aziendale che permettano ai dipendenti di dedicare parte del loro tempo a favore della comunità.

– Investire nella comunicazione e nella promozione del volontariato: sviluppare campagne di comunicazione efficaci per far conoscere le realtà associative e le opportunità di volontariato disponibili.

In conclusione, il calo del volontariato tra i giovani è un problema serio che richiede un impegno collettivo per essere affrontato.
Il Terzo Settore ha un ruolo fondamentale, in questo processo, e deve essere in grado di rinnovarsi e di adattarsi alle esigenze dei giovani per continuare a svolgere la sua preziosa funzione nella società.

Detto ciò, comprendendo di affrontare un argomento di vasta portata, ritengo sia molto importante non generalizzare.
Non tutti i giovani sono disinteressati al volontariato.
Come generazioni precedenti, possiamo chiederci quanto riusciamo a stimolare l’ingresso dei giovani nel mondo del Terzo Settore utilizzando un linguaggio in linea con le loro aspettative ed esigenze e investendo nella formazione, per offrire loro le competenze e gli strumenti necessari per svolgere al meglio le loro attività.

Sta a noi aiutarli…a spiccare il volo!
Riccardo

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