Come rendere più felici le persone intorno a noi

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Ogni tanto, gironzolando in rete o sfogliando un periodico, mi capita di leggere dell’ultima ricerca fatta da un’università americana che certifica e porta a conoscenza di tutti delle ovvietà pazzesche.
Tipo che con grossi titoloni veniamo informati che se non fumi hai meno probabilità di contrarre malattie ai polmoni di chi fuma due pacchetti di sigarette al giorno oppure che fare un minimo di attività fisica e regolarsi nei pasti è meglio che mangiare quotidianamente al fast food e fare vita sedentaria.
Poi, riflettendoci bene, mi accorgo che comunque solo una esigua minoranza mette in atto dei comportamenti elementari che potrebbero farci stare meglio, cercando di allontanarsi dagli estremi negativi degli esempi precedenti. 

Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Happiness Studies, le persone felici ottengono risultati migliori al lavoro.
Ebbene sì: la felicità e il benessere dei dipendenti sono un elemento affidabile per essere in grado di predire con precisione le prestazioni degli stessi.
Questo concetto vale anche in settori differenti come la famiglia o le associazioni.
Maggiore è il grado di felicità di una persona, migliori saranno i suoi risultati e anche quelli delle persone con cui interagisce.

Sembra un’ovvietà. Il punto è che, anche quando conosciamo bene le conseguenze di un’azione, non sempre mettiamo in pratica il comportamento giusto.

Sappiamo che le sigarette sono nocive per la salute ma questo non impedisce a molte persone di fumarle; così come i limiti di velocità sulle strade sembrano essere messi solo per quello che superiamo in autostrada ma non per noi.

È capitato a tutti di dire le cose più cattive alle persone a cui diciamo di volere più bene mentre siamo stati gentilissimi con altri con cui non abbiamo rapporti stretti. 
Forse, allora, è meglio dare un’occhiata più approfondita a cosa dice lo studio pubblicato sul Journal of Happiness Studies, magari le sue conclusioni non sono poi così ovvie…

Come possiamo fare per portare più felicità nel nostro ambiente e far sì che le persone attorno a noi, e noi stessi, siano più contente e gratificate?

Ecco alcuni spunti su cui ragionare e da mettere in pratica:

1. Fai elogi spontanei e sinceri

Ricevere un complimento per qualcosa che abbiamo fatto è una spinta motivazionale molto forte.
Non dovremmo fare le cose per ricevere un complimento ma quando ne riceviamo uno è immediata la spinta per la nostra autostima e per continuare a fare quello che stiamo facendo; anche se magari ci sentiamo un po’ in imbarazzo, questo studio ha dimostrato che l’effetto positivo del ricevere un apprezzamento supera di gran lunga il disagio che qualcuno potrebbe provare nel sentirsi elogiato.

A volte non facciamo complimenti perché temiamo di essere fraintesi o non creduti; invece, dovremmo prendere l’abitudine di dire “bravo” a qualcuno che ha agito bene con la stessa frequenza con cui siamo pronti a criticarlo quando sbaglia.
Nel mondo del lavoro si riceve un compenso per un’attività e per il tempo che si dedica alle mansioni per cui si è stati assunti. Ricevere una retribuzione adeguata è importante per decidere di restare in un’azienda ma conta molto anche quanto ci si sente apprezzati e valorizzati da colleghi e superiori.

Così come nel volontariato, dove nessuno fa (o meglio, non dovrebbe fare) volontariato per sentirsi elogiare, men che meno dalle persone alle quali offre il suo servizio, ma un apprezzamento sincero fatto a un compagno per aver svolto un servizio insieme per la vostra associazione sarà sicuramente il miglior carburante per continuare un proficuo cammino insieme e per donare ancora del tempo di qualità agli altri.

2. Esprimi gratitudine più spesso

Prima ho parlato di imbarazzo riferito agli elogi.
La stessa cosa vale per la gratitudine.
Se vuoi che le persone intorno a te siano più felici, devi dire loro che sei grato per quello che fanno.
Semplicemente questo!
Anche se, pure in questo caso, sembrerebbe molto complicato visto quanto raramente lo facciamo.
L’effetto è sorprendente, prova!

3. Aumenta i contatti

Un saluto sincero e motivato, una stretta di mano o un abbraccio sentito sono la base per costruire relazioni.
Non mi riferisco ad atteggiamenti messi in atto solo per cortesia o etichetta ma a manifestazioni di riconoscimento dell’altro: questi scambi contribuiscono a costruire la relazione tra persone e a renderla più solida.

Nei gruppi, capita spesso che si creino dei sotto-gruppi nei quali i rapporti sono più stretti.
È normale, ci saranno sempre persone con le quali ti troverai meglio che con altre.
Puoi comunque fare qualcosa per costruire relazioni più solide anche con chi conosci di meno.
Prova a metterti sinceramente in gioco con le persone con cui hai meno confidenza e allarga la base solida sulla quale il gruppo può contare.

4. Fai “favori parziali”

Immagina che una persona ti chieda un grande favore, una cosa molto grande che non sei in grado di soddisfare.
Che sia perché non vuoi o non puoi, rispondi di no.
Invece, potresti rispondere “no, ma…” e completare la frase dicendo cosa puoi effettivamente fare (una parte di quanto ti è stato chiesto o qualcosa che possa andare incontro alla richiesta).

Sottovalutiamo quanto un aiuto anche incompleto, un favore parziale, può comunque essere utile a chi ci ha chiesto aiuto. Per questo spesso rispondiamo di no e ci sentiamo in difetto per non aver potuto risolvere il problema all’altro.
Un favore parziale sarà comunque molto utile all’altro, molto più di quanto pensi.
Dimostra che ci tieni ad aiutare l’altro e questi “favori parziali” faranno stare meglio tutti e due.

5. Passa tempo di qualità con gli altri con conversazioni serie

In alcuni ambienti di lavoro dove è difficile conoscere i colleghi, soprattutto chi lavora in aree differenti della stessa azienda, capita che i discorsi si limitino a pochi scambi su argomenti leggeri.
È piuttosto difficile che qualcuno, dopo aver salutato un collega con cui non ha confidenza, gli chieda la sua opinione su qualche tema importante, come la fusione nucleare o la donazione degli organi.
Di solito, con le persone che non conosciamo, parliamo del più e del meno cercando di far passare il tempo, come quando incontriamo qualcuno in ascensore.

Ma se vogliamo far stare bene gli altri, possiamo fare un primo passo per stimolare conversazioni più serie e profonde, nelle quali le persone possano abbandonare il ruolo (collega o socio dell’associazione) per rivelarci chi è come persona.
Più metteremo in atto queste connessioni con l’altro, più potremo costruire solide relazioni nelle quali le persone si sentano più a loro agio e, quindi, più felici di farne parte.
E non dovremo fare chissà quale sforzo o intavolare discorsi filosofici ma aprirci all’altro dandogli la possibilità di fare lo stesso con noi.


La felicità si costruisce anche sulla conoscenza dell’altro.

Concludendo, non creda esista una modalità specifica per rendere felice chi ci circonda, seguendo la quale abbiamo risolto il problema, ma ritengo al tempo stesso molto utili questi suggerimenti.
Alla base di ogni comportamento ci deve essere la consapevolezza di chi lo utilizza, con umiltà e sincera attenzione nei confronti dell’altro.
Diciamo che non è sicuramente la scienza infusa ma facciamo così (e mi metto in gioco anche io): mettiamoli in pratica per un paio di mesi negli ambiti che più ci interessano (lavoro, volontariato, famiglia, etc.) e vediamo come va.

E comunque vada, avremo dedicato del tempo a noi e a chi ci sta vicino!

Spicca il volo!
Riccardo 

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