Dilemma amletico per alcuni, pensiero da pazzi per altri.
Quando mangi qualcosa, lasci il boccone più saporito per ultimo oppure è il primo su cui ti avventi?
Ognuno di noi ha le sue strategie e fa le sue scelte.
Io, ad esempio, tendo ad arrivare in anticipo agli appuntamenti e, dovendomi relazionare a volte con persone che non fanno della puntualità il loro punto forte, ho imparato a portarmi sempre dietro un libro.
Se devo prendere un aereo, mi presento ai controlli con un paio d’ore di anticipo, convinto che aspettare a casa oppure in aeroporto sia la stessa cosa ma almeno riduco al minimo il rischio di perdere l’aereo.
Ho un amico, invece, che non rinuncia a fare una commissione o a fissare un appuntamento lavorativo prima del volo, per poi correre in aeroporto.
Gli è già capitato di perdere qualche volo ma questo non ha cambiato le sue abitudini. A me ha già creato un po’ di agitazione anche solo scrivere come si comporta lui, per cui anch’io continuo come faccio di solito.
Allargando il contesto, per capire come ci approcciamo a situazioni del genere: tu preferisci accontentarti di una soluzione magari non ottimale ma più sicura e con meno rischi oppure sei orientato a ricercare il meglio assoluto, senza fermarti a soluzioni intermedie?
Meglio un parcheggio sicuro anche se un po’ distante dalla tua meta oppure andare dritti alla nostra destinazione, pur con il rischio poi di non trovarlo ed essere costretti a perdere più tempo per cercarlo?
La vita è una continua scelta tra decidere di accontentarci oppure puntare al massimo risultato possibile, ma con i rischi del caso.
Catherine Drew Gilpin Faust, una storica statunitense, prima donna a ricoprire la carica di Rettore dell’Università di Harvard, in un suo discorso per i neolaureati, ha invitato i suoi studenti a non accontentarsi troppo presto nella loro vita.
Citando l’esempio della ricerca del parcheggio, ha ribadito come sia sempre meglio non parcheggiare a un chilometro di distanza dalla destinazione per il timore di non trovare un posto libero; nel caso, si potrà sempre tornare indietro e trovare un altro parcheggio più lontano.
Al di là dei pensieri legati all’ansia nel trovare un posto o l’esperienza personale, è inevitabile riportare questo esempio pratico anche a decisioni che dobbiamo prendere nel nostro cammino di vita.
Solo che al giorno d’oggi veniamo bersagliati da numerosi messaggi contradditori e non è sempre facile venirne a capo con un consiglio che vada sempre bene.
Da un lato ci sono gli stimoli a puntare sempre in alto per raggiungere il meglio.
Dall’altro, filosofia zen, mindfulness e decrescita felice ci invitano invece ad apprezzare il momento presente e ad accontentarci di quello che già abbiamo, senza incentivare la rincorsa al superfluo.
Una ventina di anni fa, mia nonna Alda aveva già sintetizzato queste contraddizioni osservando la programmazione televisiva e commentando come fosse difficile seguire i consigli del dietologo intervistato al telegiornale se poi, prima e dopo di lui, venivano proposti solo programmi di cucina!
Come riuscire quindi a capire come comportarsi?
L’obiettivo principale deve essere minimizzare i rimpianti.
Soprattutto, capire come comportarsi a seconda che le nostre scelte riguardino qualcosa che riguarda l’immediato futuro oppure abbiano un orizzonte temporale molto più lungo.
Se devi decidere quale carriera intraprendere, è consigliabile ponderare bene ogni possibilità in modo da seguire le tue aspirazioni e non trovarti a distanza di una trentina d’anni a pensare come sarebbe stata la tua vita se, invece di accettare quel lavoro che non ti piaceva ma sicuro e comodo perché vicino a casa, avessi provato a seguire i tuoi sogni.
In questo caso, meglio provarci.
Che non vuol dire che andrà sicuramente bene.
Ma meglio ritrovarsi a dire “Avevo questo desiderio e ho provato a realizzarlo, purtroppo non è andata come speravo, ma almeno ci ho provato e non ho rimpianti” che dire invece “Mannaggia, chissà come sarebbero andate le cose se avessi provato a fare quella cosa…”, continuando a lamentarsi per il proprio presente immaginandosi un futuro ipotetico.
Al tempo stesso però, adottare questo atteggiamento per le scelte di ogni giorno e cercare sempre il massimo, senza accontentarsi, ci condannerebbe a una insoddisfazione costante.
Se decidessi di mangiare una frittata solo quando ti viene esteticamente perfetta, prima di raggiungere l’obiettivo, butteresti decine di uova arrabbiandoti di continuo e con l’unico risultato di fare felice chi te le vende!
Io adotto da anni un sistema per decidere cosa fare, soprattutto per scelte con ricadute nel breve periodo.
Mi ha aiutato a prendere decisioni limitando le arrabbiature nel caso le scelte fatte non si siano rivelate ottimali.
Mettiamo che debba comprare una maglia.
Faccio una ricerca e valuto le alternative sui modelli che ho trovato e sui prezzi.
Una volta deciso quale maglia prendere, l’acquisto.
Sarà capitato anche a te di trovare, il giorno successivo all’acquisto, lo stesso prodotto proposto a un prezzo inferiore a quello che hai pagato.
E ti sei arrabbiato!
Ma se quando stai per fare una scelta, in base alle informazioni che hai in quel momento, quella che stai per fare è la decisione migliore, non dovresti arrabbiarti se poi ti accorgi che avresti potuto prenderne un’altra.
L’informazione che ti fa arrabbiare, la maglia a un prezzo inferiore, non era in tuo possesso quando hai preso la decisione, quindi non potevi agire diversamente.
Altrimenti dovresti perennemente essere alla ricerca di informazioni, senza arrivare mai a una decisione definitiva, perché questa potrebbe comunque rivelarsi non ottimale in base alle informazioni che si susseguono nella nostra vita.
Cambieresti continuamente l’operatore telefonico per il tuo cellulare controllando ogni giorno le varie offerte disponibili sul mercato? Ovviamente no!
Quindi, per le scelte con ricaduta nel lungo periodo, bene puntare al massimo.
Per quelle con effetto nel breve periodo, rifacendoci all’esempio del parcheggio, meglio accontentarsi del primo disponibile e risparmiare tempo.
Non perdere ore a leggere il menù della pizzeria per capire quale tra le 58 pizze proposte sia la migliore…è una pizza, la scelta non condizionerà la tua vita, te lo assicuro (soprattutto se poi alla fine scegli comunque sempre la stessa che prendi da anni).
Meglio una scelta rapida per non buttare via del tempo, che potrai utilizzare per le decisioni effettivamente rilevanti nella tua vita.
Il problema di molti è che fanno l’esatto contrario: rimandano decisioni importanti e poi perdono tempo per capire quale scelte effettuare per questioni più futili e marginali.
Questo porta via anche tantissime energie, con conseguente frustrazione.
Se aspetti le condizioni ottimali per fare una cosa, probabilmente non la farai mai.
Il tempo passa, terribilmente in fretta.
Come cantava Lucio Dalla, in Balla Balla Ballerino:
…Sono pochi gli anni, forse sono solo giorni
E stan finendo tutti in fretta e in fila
Non ce n’è uno che ritorni…
Compiti a casa:
Quale scelta che rimandi da tempo, deciderai di prendere?
Una decisione che riguarda solo te, una per l’ambito lavorativo o che magari riguarda la tua associazione.
Quale che sia la decisione e l’ambito di riferimento, datti una scadenza precisa (ma non procrastinare troppo, qualche giorno al massimo) e prendila!
Spicca il volo!
Riccardo